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CENTRO
CULTURALE
S.CRISTOFORO
di
LODI

via Fanfulla 22
Lodi

 

 dal 17 aprile
al 2 maggio 1999

Dipinti di:
Silvio CONSADORI
Contardo BARBIERI
Alfredo BELTRAME
Luigi BRAMBATI
Aldo CARPI
Mario CORTIELLO
Carlo DALLA ZORZA
Cristoforo DE AMICIS
Raffaele DE GRADA
Francesco DE ROCCHI
Savino LABO'
Dino LANARO
Chiara LURAGHI
Umberto LILLONI
Attilio MELO

Vito MELOTTO
Cesare MONTI
Enzo MORELLI
Gino MORO
Giuseppe MOTTI
Giuseppe NOVELLO
Bernardo PASOTTI
Ezio PASTORIO
G. PERELLI CIPPO
Giuseppe SENIGAGLIA
Francesco SPERANZA
A. di SPILIMBERGO
Guido TALLONE
M. VELLANI MARCHI



Quando si parla di pittura di paesaggio, la mente corre immediatamente alle opere degli impressionisti, alla loro luminosità, alla loro immediatezza ed i luoghi da loro ritratti ormai appartengono all'immaginario collettivo perché i grandi pittori impongono la loro realtà alla memoria altrui: si rivivono, quindi, le emozioni e le scelte che hanno condotto gli artisti ad apprezzare particolari angolazioni visive che, poco alla volta, appartengono anche a noi e vengono a coincidere, stranamente, con la nostra capacità sentimentale di emozionarci davanti allo spettacolo della natura. Ma la pittura di paesaggio, anche se praticata "en plein air" è sul serio pittura "dal vero"? oppure ritrae un'altra verità, ben più profonda, di quella che appare alla vista? Gli occhi non bastano alla pittura, nemmeno a quella più fotograficamente "oggettiva" perché la pittura è "imago", altro da sé per definizione, fantasma e sostanza al tempo stesso di un mondo che ha forme ed espressioni simili, ma diverse, da quelle percepibili normalmente dai sensi ed ogni pittore possiede un frammento nella vasta e mutevole iconografia della natura; e questo frammento risente pure delle memorie visive che caratterizzano ciascun tempo e condizionano il gusto e le direzioni dei singoli. Ne sono testimonianza queste tele accomunate dalla riassuntiva definizione di "paesaggi del Novecento". Ogni opera è un mondo a sé e racchiude nel breve spazio della tela una serie quasi illimitata di informazioni: ci rivela gli orientamenti culturali, la capacità tecnica, il gusto dell'inquadratura di ciascun autore, ma ogni quadro non è del tutto spiegabile con le parole, perché la pittura usa un linguaggio autonomo fatto di rapporti spaziali, cromatici, compositivi, che a loro volta sono figli dell'emozione, della sensibilità, dello spirito. Qui dovrebbe arrestarsi il flusso verbale della critica d'arte, per lasciar libero sfogo alla contemplazione, parola ormai in disuso in questi tempi così amorfi e logorroici in cui si parla di tutto e del nulla con la medesima indifferenza. Ebbene sì, guardiamoli in silenzio questi quadri, cerchiamo di goderli con la vista e con lo spirito, astraendoci dal mondo che ci impaccia, cercando sulla tela quella splendida capacità di astrazione che contraddistingue il lavoro degli artisti, perché tutta la grande pittura astrae dal soggetto immediato: noi crediamo di riconoscere i luoghi raffigurati da questi pittori, ma in realtà vediamo sempre e solo dei paesaggi dell'anima.

Marcello Colusso

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VIAGGIO IN ITALIA

Paesaggi del Novecento