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GALLERIA
RETTORI
TRIBBIO 2

Piazza Vecchia 6
Trieste

 

 dal 24 aprile
al 7 maggio 1999

I temi …

Visioni architettoniche di interni mistici, scorci di vecchie fabbriche dismesse, composizioni di case addossate le une alle altre che salgono in verticale fra alberi spogli, campanili e ciminiere da tempo spente. Il paesaggio urbano dove la gamma dei rossi è dominante s'alterna a visioni di campagna: le forme si distendono, la tavolozza muta, aprendosi ai verdi agli azzurri ai toni caldi e freddi di una realtà, mai naturalisticamente colta, perché sempre è pervasa da una forte tensione poetica che scopre nel "sacro" il punto d'incontro fra la pittura e il vero. I temi si ripropongono e Melotto li affronta senza il timore di ripetere soluzioni già conseguite. Non è un pittore che si lascia distrarre. Non si arrende a formule intellettualistiche suggerite da teorie estetiche che pur affascinanti a volte disorientano e viziano il talento naturale di un artista. Anche la stessa attenta quotidiana osservazione della realtà attraversata o percorsa ai margini non apre varchi nella calma determinazione creativa che fa di Melotto un artista singolare: un pittore non isolato come si potrebbe credere ma un artista sempre disposto all'esercizio vigile dei rapporti con le cose e gli uomini che segnano il tracciato di un percorso mai interrotto e che oggi si misura sul filo di numerosi decenni.(…)

Orlando Consonni, 1998

La memoria …

I rapporti tonali, di queste sue accorate e palpitanti rievocazioni della memoria individuale e collettiva, contengono un'irradiazione luminosa costante, affetuosamente ossessiva, quasi il pittore volesse conferire, ai suoi arcani e spogli racconti, l'anima incorruttibile di un passato che continua a vivere nel presente, grazie alla linfa spirituale di un perenne presente. Ecco che allora i suoi limpidi e trasognati paesaggi "veneti", "umbri", "toscani", le sue polpose e vibranti nature morte, dove persino un "pesce" o una "brocca" sembrano pulsare di inesausta vitalità, le sue ieratiche e pensose figure, simili a tante statue di un tempio spirituale che raccoglie laicamente gli accadimenti della vita, costellata di dolcezze, di strazi, di febbrili speranze; tutto ciò, acquista la valenza di un ininterrotto canto, che ci racchiude e ci sopravvive.

Gianni Pre, 1998

NOTIZIE BIOGRAFICHE

Vito Melotto è nato a S.Stefano di Zimella (Verona) nel 1928. Ha compiuto gli studi artistici all'Accademia Cignaroli di Verona. Nel 1952 al termine degli studi lascia Verona per Milano dove tuttora risiede. Al 1960 risale la sua prima mostra personale alla Galleria Schettini che subito richiama l'attenzione della critica militante. Vanno in particolare ricordate le numerose periodiche mostre alla Galleria Milanese "Ponte Rosso" dal 1975 e gli inviti alle più importanti collettive come la III Biennale d'Arte Città di La Spezia", tutte le dieci edizioni di "Arte Sacra in S.Simpliciano", la "Dimora Vitale" a Montodine (Cr), a Bagnolo Mella (Bs), a Todi, Palazzo del Popolo e i Premi Cadorago Lario. Inoltre nel 1998 le mostre: Incontro di immagini, Galleria Ciovasso, Milano - Personale alla Galleria Ponte Rosso, Milano - Mantovani/Melotto, Pro Loco di Codogno. Fra i critici d'arte che di lui hanno scritto in molteplici occasioni: Mario Ghilardi, il più assiduo estimatore interprete della sua pittura e numerose altre personalità del mondo culturale come Alfio Coccia, Mario Lepore, Carlo Munari, Massimo Infante, Carmelo Strano, Mario Monteverdi, Gianni Pre, Salvatore Maugeri, Raffaele De Grada, Dino Villani, Tato Mazzieri, Carmelo Strano, Carlo Franza, Enzo Fabiani, Marcello Colusso, Orlando Consonni, Giuseppe Martucci, Teodosio Martucci, Piero Cazzulani, Antonio Carbè, Pasqualino Colacitti, Claudio Rizzi, Lilià Ambrosi, Luciana Baldrighi.

BIBLIOGRAFIA  ESSENZIALE

MARIO GHILARDI
Cartella monografica, Ponte Rosso, Milano 1975
CARLO FRANZA
Una pittura di valori essenziali, Quaderno della Ponte Rosso, Milano 1992
RAFFAELE DE GRADA
La vocazione visiva di Vito Melotto, Torre Pusterla, Casalpusterlengo 1996





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Vito MELOTTO