MARIO
VELLANI MARCHI
"Il lirismo del
paesaggio"
Dal 16 marzo al 7 maggio 2006
Inaugurazione
giovedì 16 marzo alle h 18
Mario Vellani Marchi nasce a Modena nel 1895 e studia all'Accademia di Belle
Arti. Nel 1914 vince il Premio Poletti per la pittura. Partecipa, come ufficiale, alla
prima guerra mondiale. Nel 1924 ottiene un importante riconoscimento ufficiale alla
Biennale d'Arte di Venezia; alla Biennale esporrà, invitato, per altre dieci edizioni
fino al 1950. Nello stesso anno conosce, con Pio Semeghini, quello che sarà "il
luogo" della sua pittura: l'isola di Burano, divenendo, con l'amico veneziano Carlo
Dalla Zorza, rinnovatore e maestro della seconda generazione della "Scuola di
Burano". Nel 1925 si trasferisce definitivamente a Milano dove ben presto si impone
come figura di primo piano nell'ambito artistico culturale milanese e non solo: tra i
fondatori, con Riccardo Bacchelli e Orio Vergani, del "cenacolo baguttiano",
redattore della "Fiera Letteraria", collaboratore con la rivista
"L'Illustrazione Italiana", scenografo per il Teatro alla Scala, inviato del
Corriere della Sera (come disegnatore) nel 1934/35 nel continente africano, assieme
all'amico Vergani, per un importante reportage durato sei mesi. Vellani Marchi muore a
Milano nel 1979.
Scrive Elena Pontiggia nella presentazione in catalogo:
(...) l'inquietudine in queste opere c'è. C'è nei pali e nei legni
storti disseminati nei campi e lasciati lì a torcersi inutilmente; c'è nello scompiglio
dei segni che agitano la geometria della composizione; c'è in certe espressioni
malinconiche, in certi volti inerti delle figure: nella ragazza, per esempio, che tiene in
mano un limone dorato come un gioiello, talmente giallo che si riverbera sui suoi polsi e
rende più verde il verde profondo del vestito, mentre lei non se ne cura, e guarda
pensosa nel vuoto, preoccupata di altre cose
(Ragazzina con limone, 1943). Oppure
nella malinconia del tempo che scorre e che corre, nell'estate che finisce, nell'autunno
che va incontro inesorabilmente all'inverno (Fine estate a Mazzorbo, 1943; Malinconia
d'autunno, 1943). (...)
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