I
COLORI DI MILANO
la città dipinta da artisti
di tre generazioni
Dal 6 maggio al 27 giugno
2004
Inaugurazione
giovedì 6 maggio alle h 18
"...Milano dai vorticosi pensieri
dove le mille allegrie
muoiono piangenti sul Naviglio
Milano ostrica pura
io sono la tua perla..."
ALDA MERINI da Poesie per Marina, 1987-90
È il vestito di questa città che oggi è sciolto sulle tele di questa contenuta ma
intensa rassegna che accoglie lo sguardo pittorico di tre generazioni d'artisti, sfiorando
quasi un secolo di immagini, cogliendo e proponendo un'inedita visione che rifugge le
retoriche turistico-celebrative per proporci invece una sorta di privata e toccante
poesia. Questa città che si lascia sorprendere: basta dismettere quel battere del fiato
sui ritmi operosi dei suoi abitanti per aprire lo sguardo alle sue nascoste seduzioni.
Sono fatte dai rossi del cotto che riveste il suo tempo antico che sta autorevole in
Sant'Ambrogio, per distendersi poi nei bruni mattoni del Medioevo di Via Cappuccio, a
gareggiare con gli ocra giallastri dei resti romani, quando qui si declinava il dominio
del mondo e qui si annunciava il libero distendersi di quella nuova fede che impronterà
la storia dell'occidente. Ma sono fatte anche dei resti imponenti del tempo della
rinascenza, quando qui Leonardo mescolava la genialità dei progetti ai nuovi ed altissimi
parametri della bellezza, operando così distante dai fasti dei centri del rinascimento
italiano, quasi assorbisse quella sorta di pudore milanese che impedisce, come si dice
qui, di fare i bauscia. Ecco allora nei dipinti di questa rassegna quei cieli bassi di
Lombardia diventare accoglienti quinte pittoriche per quel teatro di vita che scivola tra
le cenerine strade di Milano, scorre tra gli argini perlacei dei navigli, sale sulle
marmoree scale del tempo degli antichi palazzi, si scioglie nella dolcezza del rosa dei
marmi di Candoglia che, rivestendo di tenue tinta la cattedrale, paiono indicare con il
loro colore la discrezione che da sempre accompagna la sua grandezza. Una rassegna
pittorica che propone anche un ventaglio variegato di spettro cromatico di questa città,
come solo lo sguardo degli artisti sa cogliere, tradendo la funzione per cui la città ha
assunto via via il suo aspetto, quasi togliendole la pelle dell'efficienza per mostrarne
la nascosta veste poetica. Anche le vedute più intime di questa rassegna non sono
rimpianto, ma il cogliere delicato dello sguardo pittorico che scorre tra vicoli, strade e
case, come di chi sa, da maestro, fare pittura anche dell'aspetto urbano che parrebbe più
scontato. È così che diventano toni suadenti i morbidi grigi che il tempo ha lasciato
sulle case, come in eloquenti composizioni si trasformano gli edifici neoclassici d'un
tempo che fu, così come divengono ardite e persuasive cromie anche i motivi più
imprevisti, come i manifesti che vestono i muri scoperti o il colore d'un tram trasformato
in accesa e prepotente affermazione di vita pulsante. Il tutto a finire nel punteggiato
bagliore delle occhieggianti finestre dei rari grattacieli nelle notti milanesi. Una
città che ad onta della sua fama di ordinata e fredda efficienza ha visto scorrere nelle
sue vene le più alte espressioni dell'arte, che dalle ricordate altezze leonardesche ha
continuato il tragitto della storia incrociando le corde più intense della letteratura e
della musica nazionale, per approdare all'ultimo squillo della risonanza artistica
italiana di dimensione internazionale, come è stata la stagione dell'avanguardia
futurista. È questo pulsare di storia e di vita che ci riappare nelle intense tele di
questa rassegna, restituendoci il seducente aspetto di una città che non coltiva
nostalgie, come chi di grandezza è vissuto e ancora non smette di attingere a nuovi
orizzonti. Con quel fare discreto, per nulla borioso, come chi della storia ha fatto orto
fecondo, anziché coltivare i dolcissimi e sterili frutti della malinconia.
Carlo Adelio Galimberti
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