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GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura: 10-12.30  /  15.30-19
Chiusura: domenica mattina e lunedì

 

 

GIUSEPPE SENIGAGLIA

Dal 14 aprile al 2 maggio 2004

Inaugurazione mercoledì 14 aprile alle h 18

A Burano con la "luce" di Senigaglia
di CARLO ADELIO GALIMBERTI

Burano è l'isola della laguna veneziana che pare nata per la pittura. Quando vi si approda lo sguardo è carpito dalle accese cromie che rivestono le case, una sorta d'ancora variopinta che trattiene la visione, prima persa nei liquidi orizzonti del tragitto compiuto per mare per raggiungerla.
Qui è nato, vive e dipinge Giuseppe Senigaglia, testimone autentico della lunga storia della Scuola di Burano che dal primo Novecento ha visto l'incanto dell'isola schiudersi nelle opere dei suoi maggiori protagonisti quali Moggioli, Gino Rossi, Arturo Martini, Tallone, Carena, Semeghini, De Pisis, Vellani Marchi, Dalla Zorza e Consadori.
Ho avuto la fortuna di percorrere l'isola in compagnia dell'artista, rimanendo letteralmente sedotto dalle sue bellezze, ma soprattutto dalle persuasive descrizioni di Senigaglia. Ed è ascoltando le parole dell'artista che mi sono persuaso come la sua pittura non sia solamente mestiere, ma una maniera del suo vivere. Ho ascoltato la sua raffinata attenzione per la luce lagunare, con quelle sue trepidanti attenzioni per le mutevolezze dei chiarori nelle varie ore del giorno, per il loro infinito mutare lungo le delicatezze tonali delle fredde stagioni, fino all'accendersi prepotente delle esuberanti cromie estive. Che sono quelle poi che si riverberano nei colori delle case di Burano, intensi quanto la nostalgia di Senigaglia per quei tempi in cui, in luogo della moderna tinta acrilica, ancora i buranelli dipingevano con terre e calce i muri delle loro dimore, talvolta aggiungendo l'olio cotto della frittura di pesce, quasi che la casa dovesse trattenere l'anima del lavoro dei pescatori dell'isola.
Da qui la garanzia che la pittura di Senigaglia è tutt'uno con la vita dell'isola. È così che Burano da quel momento non è più solo scenario per una sterile mimesi delle sue bellezze, ma feconda fonte per la liberazione dei suoi sensi più nascosti, considerando la sua luce, i suoi riflessi e le sue innumerevoli offerte cromatiche non più come oggetti inerti offerti alla nostra contemplazione ma come un soggetto da cui restare irrimediabilmente sedotti, subendone l'incanto avvolgente. È in questo scenario luminoso che Senigaglia ci rivela il tratto più convincente della sua maestria, che risiede in quel suo padroneggiare la luce governandone le sue iridescenti mutevolezze. Accade così che la sua opera si snodi tra le tinte ghiacce e livide dei giorni d'inverno, rimbalzando dai profili delle case che la neve ammorbidisce per sciogliersi nelle lattiginose brume mattutine delle fredde albe in laguna. Od anche nei "ritagli" del paese, in cui la maestria dell'artista è persuasiva conferma di come la luce sia solamente e soprattutto colore.
Ma è nella rappresentazione dell'acqua che il sentimento poetico di Senigaglia trova la sua più suadente attrattiva: è là che la morbidezza del pennello si coniuga ai decisi interventi a spatola, per dar vita alla liquidità delle tinte, punteggiate dai riverberi del colore delle barche che fanno da contrappunto alle dilaganti e terse superfici dei cieli lagunari. Quei cieli che inondano di luce l'isola, la stessa luce che Senigaglia governa con consumata maestria, come di chi non si è accontentato di subirne l'abbagliante fascino locale, ma ha voluto conoscerne le mutanti espressioni d'altre contrade, confrontandola con altri cieli, con altri mari o altri fiumi, come testimoniano le sue opere tra i ponti di Parigi e soprattutto nelle luci avvolgenti dei cieli di Bretagna.
L'artista li sollecita ed interroga avido, rispettoso e innamorato. Dà loro voce non solo attraverso una sapiente procedura tecnica, ma anche spesso dando evidenza al gesto pittorico, come spesso ci mostrano le zone della tela che Senigaglia, talvolta, lascia intenzionalmente scoperta, dove i grumi della materia del colore ed il segno rivelato dal gesto sulla superficie dipinta offrono una nuova e più affascinante possibilità narrativa al corpo delle cose. E loro, così amate, diranno. Se il soggetto è la terra in cui l'artista è nato e vissuto, si può giungere alla passione che spiega allora perché ormai per Senigaglia fare il pittore non sia più solo un mestiere, ma una costringente scelta di vita.

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