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Invito Mostra Melotto

 

GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura: 10-12.30  /  15.30-19
Chiusura: domenica mattina e lunedì

 

In copertina:

Vito Melotto
Incantamento, 2002 
olio su tela  - cm 50x70

La visione "preziosa" nella vicenda artistica di
VITO MELOTTO


Dal 16 ottobre al 10 novembre 2002

Inaugurazione mercoledì 16 ottobre alle h 18

Accade sovente che nelle opere di pittura emergano memorie inconsapevoli, a volte frammenti di una dimensione, culturale più spesso che reale, dimenticata, a modificare la realtà oggettiva, quella che funge, con la sua presenza viva, da stimolo, da motivo o suggestione di partenza. Accade sovente che la cultura, imma-gazzinata nei ricordi, trattenuta sotto la soglia della coscienza, lieviti inavvertita e prenda il sopravvento sull'immagine referenziale, sostenendo l'artista nella sua quotidiana fatica di creare immagini, la cui novità appare incomprensibile se comparata alla sola realtà. Così accade in molti; così è esemplarmente leggibile in Vito Melotto, che propone l'ultimo ventennio espressivo (o poco più) del suo percorso, attraverso una sintesi che non ne inquadra tutte le componenti, tutti gli aspetti stilistici -ogni quadro è una storia-, ma ne chiarisce almeno l'essenza poetica complessiva. Tutta la lunga vicenda di Melotto -nato nel Veronese nel 1928- si inquadra alla luce di questa ambivalenza: di una immagine dello sguardo, da cui non sa o non vuole uscire, rappresentazione, finestra sul mondo, che è inevitabile stimolo, alimento continuo della propria esperienza di pittore; e di una sottesa presenza della cultura, che permane sotterranea, sostrato inevitabile in ogni confronto pittorico. Costituita e basata sulla tradizione veneta, appresa nella stagione formativa sui banchi della "Cignaroli" di Verona, la sua pittura si è venuta modificando, spegnendosi verso i toni del grigio verrebbe da dire, per l'acquisita consapevolezza della storia lombarda, entrata nel suo patrimonio genetico per vita diretta e vissuta. Da mezzo secolo, da quando la sua vicenda biografica lo ha portato, in forme definitive, a Milano (nel 1952, a 24 anni), nella sua esperienza artistica le due dimensioni padane, che guardano alla materia "commovente" come sostegno ineludibile della poesia e alla solarità cromatica come portato espressivo, si sono lentamente fuse nel suo mondo poetico, sintesi felice ed estrema di due diverse -e per certi aspetti anche divergenti- espressioni linguistiche. (…)

dalla presentazione in catalogo                                                       Mauro Corradini

 

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