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Invito Semeghini

     

 

  In copertina:
  Pio Semeghini

  Riposo, 1932 
   olio su tavola  - cm 27x33
 

GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura: 10-12.30  /  15.30-19
Chiusura: domenica mattina e lunedì
Nel mese di dicembre 2002 aperto anche domenica e festivi
Chiusura di fine anno dal 25.12.2002 al 2.1.200

SEMEGHINI e gli amici di Bagutta

Dal 14 novembre 2002 al 12 gennaio 2003

Inaugurazione giovedì 14 novembre alle h 18

In mostra vengono presentati diciotto dipinti di Pio Semeghini (Quistello (MN) 1878 - Verona 1964), in gran parte inediti, realizzati dall'artista dagli anni dieci agli anni trenta. Accanto a Semeghini sono esposti i dipinti di Anselmo Bucci, Enzo Morelli, Giuseppe Novello, Bernardino Palazzi, Alberto Salietti, Ottavio Steffenini, Mario Vellani Marchi, amici di Semeghini, accomunati dall'appartenenza a quello storico cenacolo di artisti e letterati che aveva il suo luogo di ritrovo all'osteria Bagutta di Alberto Pepori a Milano, trattoria toscana scoperta da Riccardo Bacchelli nel 1926 e sede dell'omonimo Premio Letterario.

Scrive Elena Pontiggia: (…) Semeghini dipinge con levità, stando attento a non caricare il disegno col peso del colore. I suoi toni, anzi, si spandono sulla superficie con una soffusa delicatezza, come se galleggiassero dentro la fragile barriera dei contor-ni. Come gli Scapigliati sostenevano che occorreva "dipingere col fiato", così Semeghini, che pure appartiene a un clima culturale molto lontano dal loro, alita il colore sulla tela o sulla tavola, scegliendo gli accordi più tenui e au-rorali, e dando alle masse cromatiche una sorta di volatilità, di sospensione. Anche il suo segno, del resto, mantiene una condizione di friabilità. Quelli di Semeghini non sono contorni, ma filamenti pronti a interrompersi, a spezzarsi, a muoversi per conto loro. Sono segmenti che si scindono molle-mente sotto il pennello, incapaci di imprigionare i vapori del colore. Con la sua pittura vitrea, albeggiante, Semeghini rivela e sottolinea da un lato la labilità, dall'altro la spiritualità della figura e delle cose. (…)

Scrive Guido Vergani: A Bagutta, fra le tante che ha disegnato per festeggiare scrittori, artisti, teatranti, poeti, per suggellare le serate de-dicate a questa e quella intelligenza del Novecento, c'è una "lista"- le chiamava così - di Mario Vellani Marchi che caricaturalmente documenta la gioiosa fatica di Pio Semeghini, Enzo Morelli, Alberto Salietti, Ottavio Steffe-nini e Anselmo Bucci per affrescare la saletta del Premio che dal 1936 era stato messo "in sonno", sospeso perché non fosse irregimentato dal Minculpop, il Ministero della Cultura Popolare, per salvaguardarne l'indipendenza, per non inquinare con le "ragioni" della politica e del regime l'amicizia, la solidarietà, la tolleranza di quel ritrovo di letterati e di artisti che non vollero mai diventare movimento o scuola.(…)

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