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                        in copertina:

                    Paolo Paradiso
                          River of life, 2020
- olio su tela cm 80x140                                                                                                    

                     GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura:  15-19
 Al mattino solo su appuntamento
Chiuso domenica e lunedì 

   
PAOLO PARADISO
Good old days...




Dal 29 ottobre al 21 novembre 2020

Inaugurazione giovedì 29 ottobre dalle 15 alle 20  


In questa nuova mostra l’artista presenta oltre 20 dipinti inediti di grande formato, in gran parte realizzati nel 2020 durante i mesi invernali di lockdown e terminati poi nel corso dell’anno. Il tema è il suo “classico” dedicato all’America degli anni ’50 e ’60, in particolare a New York, la città che più di ogni altra ha ispirato il suo lavoro.  

Paolo Paradiso è nato a Milano. Intraprende studi di grafica pubblicitaria ma si dedica contemporaneamente alla pittura, di cui è appassionato da sempre. Nel 1978 apre un suo studio fotografico e collabora con riviste di moda e studi pubblicitari. Nel 1983 decide di trasferirsi a Chicago. Durante quel periodo la pittura diviene la sua attività prevalente e nel 2003 espone la sua produzione alla Michael H. Lord Gallery of Chicago.
Nel 2004 ritorna a Milano e vince il “Premio di Pittura Carlo Dalla Zorza” organizzato dalla Galleria Ponte Rosso che da allora lo rappresenta. Le esposizioni di Paradiso hanno riscontrato, in questi anni, un continuo e crescente successo. Attualmente vive tra Milano, Parigi e Barcellona.

 Ha scritto di lui Andrea Bosco (2019) 

“Ammalarsi di America. Per comprendere i sentimenti di Paolo Paradiso nei confronti degli Stati Uniti, tra amore e ammirazione, tra realtà e sogno, le parole di Mario Soldati  in “America primo amore” appaiono illuminanti. Scrive Soldati: “L'America non è soltanto una parte del mondo. L’America è uno stato d'animo, una passione. E qualunque europeo può, da un momento all’altro, ammalarsi di America”.

L’America di Paolo Paradiso è quella degli Anni Cinquanta che, spiega l’artista, “durarono troppo poco”.
E’ l’America che coincide con New York. Con le grandi strade e i grandi grattacieli. Con Central Park. E’ la New York che espone a Broadway la pubblicità luminosa delle sue pieces teatrali e dei suoi film.
E’ l’America del Village e di Washington Square  luogo immortalato dal banjo dixie dei “The Village Stompers”. Il Greenwich Village, dove accanto alla statua di George Washington puoi trovare anche quella di Giuseppe Garibaldi.  L’America che Paradiso ama è quella delle Buick Special e delle Chevrolet Bel Air dalle scintillanti lamiere e dai paraurti cromati. E non importa che Mignon Mc Laughlin abbia scritto che “un'auto è inutile a New York”. La Mela ha i suoi riti. E le automobili sono al vertice della ritualità. A cominciare da quegli yellow cab entrati prepotentemente, assieme alle auto della Polizia, nelle pagine della letteratura. (…)



                                                       

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