PAOLO
PARADISO
Small is better
...
sometimes
Dal 26
novembre 2015 al 10 gennaio 2016
Inaugurazione
giovedì 26 novembre alle h 18
Una nuova mostra di Paradiso del tutto
particolare. L'artista presenta oltre quaranta dipinti a cui ha
lavorato negli ultimi anni, sempre dedicati al tema dell'America degli
anni '50, ma realizzati nel piccolo/medio formato (dal 20x30 al 50x70)
anziché nel grande formato come è per lui consuetudine. Un lavoro
mantenuto "riservato" fino ad oggi per poterci presentare
tutti i dipinti in una mostra "ad hoc".
Paolo Paradiso nasce a Milano. Intraprende studi di grafica
pubblicitaria ma si dedica contemporaneamente alla pittura di cui è
appassionato da sempre. Nel 1983 una svolta importanrte: decide di
trasferirsi negli USA stabilendosi a Chicago. Durante gli anni
trascorsi in America la pittura, mai abbandonata, diviene sempre più
importante fino a diventare la sua attività prevalente. Nel 2003
espone la sua produzione americana alla Michael H. Lord Gallery di
Chicago. Dal 2004 ritorna a Milano, dove attualmente risiede. Nello
stesso anno partecipa al Premio di Pittura Carlo Dalla Zorza
indetto dalla Galleria Ponte Rosso e ottiene il I Premio. Dal 2005 ha
esposto alla Ponte Rosso in numerose mostre personali con
presentazioni in catalogo di Carlo Adelio Galimberti, Elena Pontiggia
e Flaminio Gualdoni.
Ha scritto di lui FLAMINIO GUALDONI (presentazione in
catalogo, febbraio 2010):
"(...) Le serie pittoriche di Paradiso raccontano la stessa
città che, nel 1929, veniva scolpita dalle parole di Bernard Fay,
storico francese grande amico di Gertrude Stein: New York "ci
sovrasta con la sua magnificenza incongrua, il suo potere e la sua
voluttuosità", con "linee rette ovunque, orizzontali e
verticali" che creano "una città di rettangoli, dura e
brillante, il centro di una vita intensa che essa espande in ogni
direzione": è insieme "abietta e opulenta", ma è
l'unico luogo del mondo capace di ricostruirsi ogni volta di nuovo, di
essere e sapersi veramente moderna. Paradiso è innamorato di
quell'immagine, di quelle immagini, tanto da proiettarvi, in una
scelta di vita affatto particolare, le proprie stesse scelte ed
esperienze biografiche. (…)