UMBERTO
          LILLONI
          
          e il Chiarismo
          lombardo
          
          
          
        Dall'8
          ottobre all'8 novembre 2015
          
          La mostra è prorogata fino a sabato 21 novembre 2015 
          
          
          Inaugurazione
          giovedì  8 ottobre alle h 18
        
          
          
        
          E' una mostra retrospettiva dedicata a Umberto Lilloni, figura di
          primo piano fra gli artisti italiani del Novecento e certamente fra i
          più noti tra quelli proposti dalla Galleria Ponte Rosso. A Lilloni il
          fondatore della galleria Orlando Consonni aveva dedicato già nel 1963
          un'importante monografia, prima di aprire la galleria in via Brera nel
          1973. Sono esposti oltre venti importanti dipinti, in gran parte
          dedicati al paesaggio italiano (Milano, Venezia, la Brianza, il Lago
          di Como) realizzati fra gli anni trenta e gli anni sessanta. La mostra
          è arricchita da una selezione di opere di altri artisti che hanno
          fatto parte del gruppo dei Chiaristi lombardi: Angelo Del Bon,
          Francesco DeRocchi, Cristoforo De Amicis, Adriano Spilimbergo.
          
          Scrive  Elena Pontiggia (luglio 2015):
          "Ottant'anni fa il critico Leonardo Borgese, recensendo la VI
          Mostra Sindacale Lombarda, individuava in alcuni artisti che
          esponevano in quella rassegna, una pittura chiara, una tendenza al
          "bianco leggero", e appunto un "chiarismo". Era
          nato il nome, ma la cosa c'era già da tempo. Il chiarismo infatti è
          stato un clima espressivo che si è definito a Milano verso il 1930
          intorno al critico Edoardo Persico. I suoi protagonisti sono Angelo
          Del Bon, Francesco De Rocchi, Umberto Lilloni, Adriano Spilimbergo,
          Cristoforo De Amicis, a cui si aggiungono vari artisti, da Vernizzi a
          Padova, da Oreste Marini a Facciotto a molti altri, mentre punti di
          contatto - o di anticipazione - con la loro ricerca si colgono nel
          primo Birolli o in Broggini. Si trattava, in sostanza, di una pittura
          dai toni luminosi, senza chiaroscuro, spesso stesi su una base di
          bianco ancora umida, con ombre dipinte direttamente col colore. Al
          predominio dei volumi, su cui si era fondato il classicismo del
          "Novecento" di Sironi, sostituiva il predominio del colore.
          Creava così un mondo lieve, precario, instabile, che suggeriva
          soprattutto un sentimento di vulnerabilità. A distanza di ottant'anni
          da quel "battesimo", e in tempi come i nostri diversamente
          ma ugualmente vulnerabili (soprattutto nel campo dell'arte), questa
          mostra vuole ricordare  Lilloni  (Milano 1898-1980) e i protagonisti del
          chiarismo, accompagnandoli ben oltre la soglia degli anni trenta.
          Nella consapevolezza che il tempo della pittura, quando è vera
          pittura, è sempre il presente."