ATTILIO
ROSSI
Albairate(MI) 1909 - Milano 1994
L'orizzonte capovolto
Dal
18 ottobre all'11 novembre 2012
Inaugurazione
giovedì 18 ottobre alle h 18
Sono esposti oltre venti dipinti e una selezione di
opere a carattere grafico realizzati dall'artista fra gli anni
sessanta e gli anni novanta. Le composizioni, gli interni dello
studio, l'autoritratto, ma soprattutto le visioni della Darsena
milanese, soggetto che l'artista ha affrontato con continuità
studiandone in modo approfondito le possibilità compositive.
ATTILIO ROSSI nasce ad Albairate (Milano) nel 1909.
Lascia l'Italia nel 1935 e si stabilisce a Buenos Aires dove si dedica
intensamente alla pittura esponendo nelle principali città del Sud
America. Illustra libri di poeti e scrittori di fama internazionale
come Jiménez, Alberti, Borges, Neruda, Rilke, Mann, Quasimodo,
Valéry, Claudel. Al suo rientro in Italia, Carlo Carrà presenta la
sua prima personale alla Galleria Bergamini nel 1951. E' invitato
successivamente a importanti esposizioni d'Arte internazionali come la
Biennale di Venezia, la Quadriennale Romana e la Biennale di
Alessandria d'Egitto. Nel 1969 per il Teatro alla Scala realizza le
scene e i costumi per la "Luisa Miller" di Verdi. Nel 1975
il Comune di Milano gli dedica un'importante mostra antologica a
Palazzo Reale; fra le opere di particolare rilievo esposte vanno
segnalate le quattordici grandi tele dedicate alla "Via Crucis
oggi". L'artista ha tenuto presso la Galleria Ponte Rosso due
importanti mostre personali: L'autoritratto e lo specchio reticente
(1987) curata da Dino Formaggio e L'autoritratto e la stanza della
folgore (1992) presentata in catalogo da Luciano Caramel. Attilio
Rossi muore a Milano nel 1994.
Ha scritto ORLANDO CONSONNI in "Ricordo di
Attilio Rossi" (1994)
"Venne da noi verso sera il 23 febbraio scorso
e fu l'ultima sua visita alla Galleria di via Brera dopo oltre un
ventennio di assidua frequentazione. Lo accompagnava il figlio Pablo.
Non volle mancare all'inaugurazione della mostra di Vellani Marchi. Lo
conobbe negli anni trenta ai tempi di Campo Grafico, lo seguì nei
decenni successivi con ammirazione e simpatia. Quella sera Rossi
trascinava visibilmente la sua sofferenza: il volto affilato, una
malinconia diffusa negli occhi chiari e acuti, sempre vivo e luminoso
il mezzo sorriso di sempre. Non volle neppure sedersi. Visitò la
mostra attentamente com'era sua abitudine, dapprima in silenzio per
abbandonarsi poi ad una lettura critica dei quadri datati fra il 1925
ed il 1950. Non si limitò a mettere in luce gli apporti della grande
pittura figurativa di quei decenni storici ma trovò anche il modo di
citare un nome a lui caro: quello di Fra Luca Pacioli, per via di una
sottostante osservanza all'ordine geometrico riscontrata in alcuni
dipinti di puro stampo impressionista. Attilio Rossi fu un artista
severo con se stesso e con gli altri, senza compromessi e con molte
frecce al suo arco: una sensibilità poetica acutissima, una mente con
spiccata attitudine alla razionalità e una memoria chiara e forte che
gli permetteva di accreditare i suoi discorsi e interventi con
citazioni di fonti, di letture, nomi, date. (…) Attilio Rossi ha
vissuto intensamente il suo tempo raccogliendo e seminando cultura
ovunque, senza limitazioni e preclusioni. Ne abbiamo beneficiato, ci
fu amico e maestro, lo ricordiamo con rimpianto, lo ringraziamo."