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GALLERIA
RETTORI TRIBBIO 2

Piazza Vecchia 6
Trieste

 

 dal 3 al 16 giugno 2000

La pittura riflette se stessa                                                              
                                                             

Il luogo mentale, emotivo, nel quale si svolge il lavoro di Chiara Luraghi partecipa di molti interessi, meglio, di molti affetti: c'è l'attenzione lentamente conquistata per quanto si custodisce attorno, fiori, oggetti, nature morte, le stanze, gli ambienti familiari, o negli "immediati dintorni", come le piace dire mutuando da un titolo di Vittorio Sereni.
L'arte per lei ha necessità più che di provocare comprendere, di suscitare pensieri con cauti spostamenti di spazi, ben meditate posizioni figurali. Un insieme quindi di perizia artigiana e di trasporto in profondo della visione che arriva a farsi pittura dopo un accorto vaglio così che non rimangano fondo di esibizione o tentazioni sperimentali - poiché è l'esperienza più che l'esperimento a interessarla.
Chiara si accosta alla natura con animo sgombro, disposta ad accettare ogni dono visivo, toccando i profili sussultati dalla luce come passando il dito su forme amiche, e uno scatto di luce più vivida per lei è un trasalimento di emozioni fisiche, un comporsi di zone tonali da armonizzare tra loro, convinta in profondo di realtà accertabili: la storia, per progredire e riprendere con slancio il suo corso, ha necessità di ripetere se stessa: e ai tempi nostri - quanto è vero - serve riflessione e misura, soffermarsi sui valori anche morali che nessun azzardo può modificare, un approfondimento di quei criteri che confortano e riposano, certo, senza ottundere, senza saziare di compiacimenti. 

Novembre 1999                                                             Luigi Cavallo

Nota biografica

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Chiara LURAGHI