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GALLERIA PONTE ROSSO

20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura:  15-19
 Al mattino solo su appuntamento
Chiuso domenica e lunedì 

 

PAOLO PARADISO
Paradise is here



Dal 27 ottobre al 26 novembre 2022

Inaugurazione giovedì 27 ottobre dalle 18 alle 20
  
 

Giovedì 27 ottobre 2022 alla Galleria Ponte Rosso (via Brera 2, Milano), inaugura la mostra personale di Paolo Paradiso Paradise is here.

In questa nuova mostra l’artista presenta oltre 20 nuovi dipinti tutti di grande formato, realizzati dal 2020 ad oggi. Il tema è il suo “classico”: l’America degli anni ’50 e ’60, e in modo quasi esclusivo New York, la città che più lo ha ispirato e che continua ad ispirarlo.

Paolo Paradiso
è nato a Milano. Intraprende studi di grafica pubblicitaria ma si dedica contemporaneamente alla pittura, di cui è appassionato da sempre. Nel 1978 apre un suo studio fotografico e collabora con riviste di moda e studi pubblicitari.
Nel 1983 decide di trasferirsi a Chicago. Durante quel periodo la pittura diviene la sua attività prevalente e nel 2003 espone la sua produzione alla Michael H.Lord Gallery of Chicago.
Nel 2004 ritorna a Milano e vince il “Premio di Pittura Carlo Dalla Zorza” organizzato dalla Galleria Ponte Rosso che da allora lo rappresenta. Le esposizioni di Paradiso hanno riscontrato, in questi anni, un continuo e crescente successo. Attualmente vive tra Milano, Parigi e Barcellona.

 Ha scritto di lui Andrea Bosco (2019) 

“Ammalarsi di America. Per comprendere i sentimenti di Paolo Paradiso nei confronti degli Stati Uniti, tra amore e ammirazione, tra realtà e sogno, le parole di Mario Soldati  in “America primo amore” appaiono illuminanti. Scrive Soldati: “L'America non è soltanto una parte del mondo. L’America è uno stato d'animo, una passione. E qualunque europeo può, da un momento all’altro, ammalarsi di America”.

L’America di Paolo Paradiso è quella degli Anni Cinquanta che, spiega l’artista, “durarono troppo poco”.
E’ l’America che coincide con New York. Con le grandi strade e i grandi grattacieli. Con Central Park. E’ la New York che espone a Broadway la pubblicità luminosa delle sue pieces teatrali e dei suoi film.
E’ l’America del Village e di Washington Square  luogo immortalato dal banjo dixie dei “The Village Stompers”. Il Greenwich Village, dove accanto alla statua di George Washington puoi trovare anche quella di Giuseppe Garibaldi.  L’America che Paradiso ama è quella delle Buick Special e delle Chevrolet Bel Air dalle scintillanti lamiere e dai paraurti cromati. E non importa che Mignon Mc Laughlin abbia scritto che “un'auto è inutile a New York”. La Mela ha i suoi riti. E le automobili sono al vertice della ritualità. A cominciare da quegli yellow cab entrati prepotentemente, assieme alle auto della Polizia, nelle pagine della letteratura. (…)


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