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in copertina:

   Bernardino Palazzi

    Idillio.., 1980
    olio su tela  cm 85x100 (part.)

 

 

 

 GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura: 10-12.30  /  15.30-19
Chiusura: domenica mattina e lunedì
Nel mese di dicembre aperto anche domenica e festivi
Chiusura di fine anno dal 24.12.2006 al 2.1.2007

BERNARDINO PALAZZI
e il mondo di Bagutta


Dal 30 novembre 2006 al 7 gennaio 2007

Inaugurazione giovedì 30 novembre alle h 18


In mostra venti dipinti di Bernardino Palazzi (Nuoro 1907 - Roma 1987) realizzati dall'artista fra gli anni trenta e gli anni settanta. Ai dipinti di Palazzi sono affiancate le opere di altri quindici artisti: Bucci, Steffenini, Semeghini, Morelli, Colognese, Vellani Marchi, Consadori, Vernizzi, Carpi, Labò, Monti, Tallone, Salietti, Pastorio, Novello, accomunati dall'ap-partenenza allo storico cenacolo di artisti e letterati che aveva il suo luogo di ritrovo all'osteria "Bagutta", sede dell'omonimo premio letterario.

Scrive Elena Pontiggia nella presentazione in catalogo:

(...) Bernardino Palazzi nasce nel 1907 a Nuoro, in una Sardegna ben diversa da quella di oggi. Non va dimenticato il teatro naturale e insieme il mondo di miti e leggende primordiali da cui Palazzi proveniva. La Sardegna dove nasce è la stessa che un altro artista baguttiano, Anselmo Bucci, visitandola nel 1912, descriveva come una terra selvaggia e misteriosa, piena di silenzi e di echi, abitata più che dall'uomo da lentischi e olivastri, animali solitari e pietre ciclopiche: una Sardegna che oggi non esiste più, ma che allora appariva esotica quanto l'Africa, sconosciuta come l'Atlantide, e più vicina alla civiltà nuragica che a quella metropolitana. La formazione di Palazzi, poi, nei primi anni venti, si completa a Roma, dove studia all'Accademia di Francia; a Firenze, dove frequenta Carena; e a Padova, dove si trasferisce ancor giovane con la famiglia. A Milano giunge nel 1929, a ventidue anni, inserendosi subito nel clima neo-romantico, volto al superamento del Novecento Italiano, che dominerà l'ambiente artistico cittadino negli anni trenta. A Milano Palazzi trova l'appoggio critico di Orio Vergani, e intanto riceve i primi inviti a mostre importanti: la Biennale di Venezia nel 1928 a soli ventun anni; la Biennale del 1930, a ventitre; la Quadriennale di Roma nel 1931, a ventiquattro; le rassegne d'arte italiana a Monaco e a Vienna nel 1933, a ventisei. L'artista sardo è considerato subito un enfant prodige, e non a torto, visto che allora il sistema dell'arte, a differenza di quello attuale, era ben poco accondiscendente verso i giovani. Nel 1935 realizza il suo quadro-manifesto, Bagutta appunto: una tela monumentale, in sintonia col "far grande" dell'epoca, che ritrae tutti i maggiori protagonisti del cenacolo baguttiano, a cominciare da Bacchelli e Vergani. Esposto alla Biennale di Venezia del 1936, si trova oggi nelle Civiche Raccolte d'Arte di Milano. Ma, al di là di quest'opera, che cosa dipinge Palazzi? Nella sua pittura la donna è il tema dominante: ritornano con insistenza nei suoi quadri odalische, Veneri, modelle, Pomone o semplicemente signore dell'epoca, col volto ombreggiato dalla veletta nera e la capigliatura ornata dai lunghi nastri e incorniciata dal cappellino. (...)


 

 

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