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Invito Colore,luce, il bianco 05

    

in copertina:

   Francesco De Rocchi

    Interno, 1977
    olio su tela cm 80x10

 

 

GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura: 10-12.30  /  15.30-19
Chiusura: domenica mattina e lunedì
Nel mese di dicembre aperto anche domenica e festivi
Chiusura di fine anno dal 25.12.2005 al 3-1-2006

Colore, luce, il bianco
DE AMICIS, DEL BON, DE ROCCHI, LILLONI, SPILIMBERGO

Dal 5 novembre 2005 all'8 gennaio 2006

Inaugurazione sabato 5 novembre alle h 18


La mostra presenta trenta dipinti degli artisti Cristoforo De Amicis, Angelo Del Bon, Francesco De Rocchi, Umberto Lilloni, Adriano di Spilimbergo, fra i maggior esponenti di quella corrente artistica lombarda, ma di portata nazionale, definita "chiarismo". La mostra è corredata da catalogo con presentazione di Stefano Crespi.

Scrive Stefano Crespi:

Sulla pittura dei chiaristi c'è, come si può immaginare, una varia bibliografia di contributi, testimonianze, presentazioni. La presente occasione di questa mostra appare significativa proprio nelle caratteristiche espressive dell'oggi, dove, nell'espansione vertiginosa dei linguaggi, c'è un desiderio di ritrovare la pittura, di non smarrire gli archetipi dell'umano, di poter ancora aderire, con consapevolezza, alla coscienza interiore che vive, si rinnova negli specchi della pittura. Certo rimane difficile entrare in questa riflessione con suggestioni inedite. Per un'adesione partecipe, perfino emotiva, ho cercato di riattraversare, sia pure per punti sintomatici, la vicenda di questi pittori: i cataloghi rari, impreziositi dal tempo, testi (a volte insospettati) di critici, ma anche di poeti, di scrittori. Perfino il richiamo di fotografie: fermano di questi pittori un gesto umano vissuto per sempre, uno sguardo, uno stupore perduto nel quotidiano. Ma in avvio non saprei rinunciare qui a una bellissima intuizione poetica che mi viene improvvisamente incontro dalle pagine di un catalogo. Un'intermittenza che sembra penetrare nel cuore della pittura chiarista. Elena Pontiggia ha offerto, in questo arco recente di anni, un'attenzione lucidamente meditata a tematiche, movimenti del secolo scorso. In un saggio L'aurora lombarda. Il chiarismo negli anni Trenta pone come richiamo epigrafico alcuni versi di Eugenio Montale dagli Ossi di seppia. Una citazione stupenda che vorrei trascrivere tanto sa suggerire, fuori da categorie, quel punto di segretezza della poetica chiarista: <<Tendono alla chiarità le cose oscure, / si esauriscono i corpi in un fluire / di tinte:queste in musiche. Svanire / è dunque la ventura delle venture>>. Montale, grande poeta del Novecento, ha espresso la coscienza della fine, lo splendore (musicale) del tramonto. In questi versi di Montale, nella misteriosa correlazione di poesia e pittura, ritroviamo, con tocchi disarmanti, le note più sfuggenti dei chiaristi: la "chiarità", il "fluire di tinte" (il colore), la musica, la caducità. (...)

 

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