PAOLO
PARADISO
Dal 15 settembre al 2 ottobre
2005
Inaugurazione
giovedì 15 settembre alle h 18
Paolo Paradiso nasce a Milano nel 1957. Intraprende studi di grafica
pubblicitaria e, oltre alla pittura di cui è appassionato da sempre, inizia ad occuparsi
anche di fotografia. Nel 1978 apre un suo studio fotografico e, pur continuando la
produzione pittorica, collabora come fotografo a riviste di moda e studi pubblicitari. Nel
1983 si trasferisce negli USA a Chicago dove, influenzato dalla pop-art americana,
concentra la sua attività principalmente sulla pittura. Nel 2003 espone la sua produzione
americana alla Michael H. Lord Gallery di Chicago.
Nel 2004 vince la quinta edizione del Premio di Pittura Carlo Dalla Zorza, premio
biennale indetto nel 1995 dalla Galleria Ponte Rosso e dedicato ai giovani artisti
italiani. Ultimamente privilegia Milano come sede di lavoro.
Scrive C.A. Galimberti:
Quando pensiamo all'America l'immagine che affiora per prima nella
nostra mente è quella di città disegnate dalle verticali dei grattacieli. Prima dei
vasti territori che si stendono tra due oceani è l'immagine urbana che apre lo scenario
della nostra immaginazione. Se così è, possiamo allora dire che Paolo Paradiso è un
pittore italiano che dipinge l'America, facendo dello scenario urbano occasione di poesia
e di riflessione sulla qualità della vita moderna. La poesia sta innanzitutto nella
qualità pittorica cui Paradiso conferisce il fascino della riproduzione della realtà
urbana che, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, offre occasioni di forte
risonanza di valori cromatici e, nel suo caso, di esibizione di sicura maestria nel
governo della materia e della tecnica del dipingere. Paradiso fa un uso intenso di
materiale fotografico, così come è ormai secolare tradizione nel mestiere del dipingere,
ma, a differenza di alcune tendenze dell'arte del secolo scorso (da Man Ray a John
Heartfield, da Andy Warhol ad Arnulf Rainer, fino alla corrente della Narrative Art),
Paolo Paradiso ha la fotografia come fonte e non come strumento della composizione della
sua opera. Ma Paradiso non si limita alla riproduzione fedele del soggetto fotografico: ci
propone in realtà un intrigante ed ambiguo gioco linguistico del quale ciascuno di noi
può essere spettatore. Nell'osservare infatti le sue tele ci appare indubbia la loro
obiettiva realizzazione pittorica, ma le medesime immagini possono apparire immagini
fotografiche quando vengono riprodotte in catalogo, realizzando così un cortocircuito
visivo che ci suggerisce l'ambivalenza di senso che ogni rappresentazione custodisce.
(...)
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