Un
"piccolo Ave"
racconta la gloria di Dio
Dal 3 marzo 3 aprile 2005 ( prorogata fino al 10 aprile)
Inaugurazione
giovedì 3 marzo alle h 18
n mostra opere di venticinque artisti italiani del novecento e
contemporanei (otto scultori e diciassette pittori) che si sono dedicati alla
rappresentazione dei temi sacri dell'Annunciazione e della Maternità.
Questi gli artisti presentati: BARBIERI, BELLOTTI, BIANCINI, BLANDINO. BRAMBATI, CALVELLI,
CARPI, CONSADORI, CONSERVO, DALLA ZORZA, DE AMICIS, DE ROCCHI, FEDELI, FILOCAMO,
GUZZARDELLA, LONGARETTI, MANFRINI, MELOTTO, MILANI, MONTI, MUSITELLI, PELLINI,
SCIANCALEPORE, SEMEGHINI, STEFFENINI
Scrive DON VITO TELESCA (Vicario generale dell'Arcidiocesi di
Potenza-Muro L-Marsiconuovo) nella presentazione in catalogo:
"I cieli raccontano la gloria di Dio, l'opera delle sue mani annunzia il
firmamento,
il giorno lo fa sapere al giorno, la notte lo ripete alla notte".
Sono i versetti del salmo 18 che indicano all'uomo di ogni tempo i cieli e il firmamento,
che raccontano l'indicibile gloria di Dio e il giorno e la notte che, ritmando il grande
fiume del tempo, quasi fosse un gioco eterno, si affrettano a farlo sapere con l'alba e il
tramonto ad un altro giorno e ad un'altra notte. La poesia che racchiude questo racconto
eterno tra la notte e il giorno evoca nell'animo del credente il più alto e sublime
stupore di fronte al mistero di Dio. Ma perché questo riferimento al salmo 18 per
presentare una mostra di pittura che ha per contenuto non l'immensità dei cieli, ma un
"piccolo Ave", come lo definisce una lirica del Pascoli, e "una umile
serva" del Signore, come dichiara di se stessa la vergine Maria? Una prima risposta
può essere quella di pensare l'architettura della storia e dell'umanità progettata da
Dio con una trama ben articolata in cui l'uomo "scelto per essere santo e immacolato
nella carità" , è stato fatto erede perché divenisse la lode della gloria di Dio
(Cfr. Ef.1). E' all'uomo Adamo che Dio, allo spirare della brezza serale, nell'Eden affida
il racconto della sua gloria, perché a sua immagine e somiglianza lo creò. (...)
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