SALVATORE
MAMMOLITI
"opere
travestite da qualcos'altro"
Dal 23
aprile al 17 maggio 2015
Inaugurazione
giovedì 23 aprile alle h 18
presentazione di Flaminio Gualdoni
prefazione in catalogo di Carlo Cracco
Chef e Presidente ASSOCIAZIONE MAESTRO MARTINO
Sono esposti venti dipinti ad olio, risultato della più recente
ricerca pittorica dell’artista, dedicati al tema della natura
morta.
“ I want works to be disguised as something else (photos)… I
accept the subject matter as a by-product of surface, sosteneva
Malcolm Morley nella stagione fervida e controversa del Photorealism.
Travestire la pittura da fotografia può essere una forma di
abdicazione definitiva, estetica e di conseguenza etica, in cui un’intera
identità disciplinare e di senso trascolora nella deriva del visibile
nullificato. Oppure il contrario, la mise en abîme di ogni
vincolo di pertinenza del pittorico al dovere del soggetto, di
qualsiasi ragione esso sia portatore. Salvatore Mammoliti, che per
generazione si è posto la questione del figurare pittorico quando
ogni fiamma polemica si era finalmente affievolita, ha scelto non solo
di riportare la questione nell’alveo del suo perimetro più
squisitamente concettuale, ma di amplificarla in virtù del diverso
intendimento - e della differente aspettativa - cui l’idea di
fotografico va sempre più chiaramente assuefacendoci. In altri
termini, ha deciso di esplorare la qualità e la tenuta delle ragioni
del pittorico non solo nel rapporto storico con la convenzione di
oggettività della fotografia, ma ha rilanciato mettendo in gioco
anche le conquiste di specifica formatività che la fotografia ormai
abitualmente pratica, la sua autonomia linguistica acclarata e
accolta, la sua assertiva evidenza super-realistica e irrealistica.”
(…) Flaminio Gualdoni
“La Natura interpretata. Un pittore e un cuoco hanno molti aspetti
in comune. Il primo fra tutti è la capacità di creare e inventare ma
anche d’interpretare, attribuendo un significato nuovo a cose comuni
che vengono riproposte in modo simbolico. L’artista gode di un
privilegio, creare opere non scalfibili dal tempo. Il cuoco, al
contrario, gode dell’ebbrezza dell’attimo, benché le sue
creazioni attivino più sensi e stimolino ricordi e vissuti lontani. A
differenza di altri artisti l’opera di Salvatore Mammoliti è
paragonabile al lavoro di un grande cuoco. Le sue nature morte sanno
interpretare il cibo con la maestria di uno chef che sorprende i suoi
ospiti con forme, profumi e sapori unici. Il bianco che le circonda è
il piatto su cui queste nuove forme raccontano una storia, con l’obiettivo
di far vivere un’esperienza nuova.” (…)
Carlo Cracco
Salvatore Mammoliti nasce a Taurianova (Reggio Calabria). Si
diploma all’Istituto Statale d’Arte di Palmi e all’Accademia di
Belle Arti di Reggio Calabria. Dal 1985 vive a Ghedi (Brescia). Inizia
ad esporre nel 1989. Alla Galleria Ponte Rosso espone dal 1996, anno
in cui è selezionato fra i finalisti della prima edizione del premio
di pittura Carlo Dalla Zorza.