PAOLO
PARADISO
X . T R A .
O R D I N A R Y P L A C E S
Dal 29
marzo al 4 maggio 2014
Inaugurazione
sabato 29 marzo alle h 18
Sono esposti venticinque nuovi dipinti (alcuni di
grande formato) ispirati all'America degli anni cinquanta (dedicati in
particolare a New York e Chicago) tutti realizzati dall'artista in
quest'ultimo periodo. L'artista sarà presente all'inaugurazione e
firmerà le copie del nuovo poster 2014 dedicato alla mostra.
Paolo Paradiso nasce a Milano. Intraprende studi di
grafica pubblicitaria ma si dedica contemporaneamente alla pittura di
cui è appassionato da sempre. Nel 1983 una svolta importanrte: decide
di trasferirsi negli USA stabilendosi a Chicago. Durante gli anni
trascorsi in America la pittura, mai abbandonata, diviene sempre più
importante fino a diventare la sua attività prevalente. Nel 2003
espone la sua produzione americana alla Michael H. Lord Gallery di
Chicago. Dal 2004 ritorna a Milano, dove attualmente risiede. Nello
stesso anno partecipa al Premio di Pittura Carlo Dalla Zorza indetto
dalla Galleria Ponte Rosso e ottiene il I Premio. Nella primavera del
2005 espone in mostra personale presso l'Università Bocconi e in
settembre tiene la sua prima mostra personale alla Ponte Rosso dal
titolo L'America dipinta di Paolo Paradiso, presentata in catalogo da
Carlo Adelio Galimberti; nel 2006 presenta An American Theme. Nel 2007
tiene la personale Atmosfere americane al Centro Culturale del Comune
di Pizzighettone, mostra presentata in catalogo da Damiana Tentoni.
Negli anni seguenti, sempre alla Ponte Rosso, espone: Music for the
eyes (2008), Four Years After (2009), Metropolis (2010), presentata in
catalogo da Flaminio Gualdoni, The shadow of the Empire (2011),
Painting New York (2012) presentata in catalogo da Elena Pontiggia,
Because it's fun (2013), fino all'attuale X.tra.ordinary places
(2014).
Ha scritto di lui FLAMINIO GUALDONI (presentazione
in catalogo, febbraio 2010):
"(...) Le serie pittoriche di Paradiso
raccontano la stessa città che, nel 1929, veniva scolpita dalle
parole di Bernard Fay, storico francese grande amico di Gertrude
Stein: New York "ci sovrasta con la sua magnificenza incongrua,
il suo potere e la sua voluttuosità", con "linee rette
ovunque, orizzontali e verticali" che creano "una città di
rettangoli, dura e brillante, il centro di una vita intensa che essa
espande in ogni direzione": è insieme "abietta e
opulenta", ma è l'unico luogo del mondo capace di ricostruirsi
ogni volta di nuovo, di essere e sapersi veramente moderna. Paradiso
è innamorato di quell'immagine, di quelle immagini, tanto da
proiettarvi, in una scelta di vita affatto particolare, le proprie
stesse scelte ed esperienze biografiche. Vive la metropoli d'oggi
continuamente proiettandovi quella, non meno autentica e vitale, che
l'iconografia novecentesca gli ha consegnato, distillata in una misura
sovratemporale. Da qui la sua passione per la fotografia storica,
quella che da Sheeler appunto rimonta sino ai panorami stranianti
della mitica Fairchild Aerial Surveys, quella delle strade brulicanti
e delle insegne, quella che diverrà, ma ancora non è, Pop.
(...)"