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Invito Pittori allo specchio

    

 

 

in copertina:

   Gino Moro

    Autoritratto, 1968
    olio su tela cm 50x60

 

 

 GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura: 10-12.30  /  15.30-19
Chiusura: domenica mattina e lunedì

Pittori allo specchio

Dal 13 gennaio al 27 febbraio 2005

Inaugurazione giovedì 13 gennaio alle h 18


In mostra opere di ventotto artisti italiani del novecento e contemporanei ognuno presente con due dipinti: un autoritratto ed un suo dipinto significativo, quasi a simboleggiare l'incontro dell'artista, che presenta al tempo stesso il suo lavoro, con il visitatore.

Questi gli artisti presentati: BARBIERI, BARTOLINI, BELTRAME, BRAMBATI, M. CASTELLANI, CONSADORI, DE AMICIS, DE ROCCHI, FAINI, FEDELI, FILOCAMO, FRAI, FRISIA, GASPARINI, LABÒ, LILLONI, LONGARETTI, LURAGHI, MELO, MELOTTO, MORELLI, MORO, MOTTI, NOVELLO, PASTORIO, PERELLI CIPPO, A. ROSSI, SPILIMBERGO

Scrive C. A. GALIMBERTI nella presentazione in catalogo:

È la fisionomia degli artisti che si dispiega in questa nutrita rassegna di autoritratti raccolta accanto ad un'opera di ciascun autore. A fianco dei dipinti che riassumono lo stile e la poetica di ciascun artista ci viene infatti proposto il suo volto attraverso il suo autoritratto, offrendoci l'inedita ed intensa esperienza di poter quasi dialogare ed interrogare la persona di ciascuno di loro, ma rendendoci anche consapevoli di come di fronte all'immagine di ogni figura umana scorra sottile e impercettibile la vibrazione dell'inganno, seppure sollecitata e proposta attraverso la seduzione della pittura. Si ha qui allora la possibilità di sperimentare, attraverso la bellezza del gesto pittorico, quanta ambiguità sia contenuta nell'apparente certezza fisionomica di un volto ritratto. Già il termine ritratto dice dell'ubiquità di un volto, che perché "ri-tratto" ci viene appunto ora proposto (tratto) ed ora tolto (ritratto) dal nostro sguardo, come qualcosa che non permetterà mai la comprensione completa della persona. Ma anche con il termine persona prosegue l'intrigante alternarsi di verità e finzione, se è vero che gli antichi latini con questa parola intendevano maschera, e dunque ancora una volta qualcosa che mostrandosi contemporaneamente nasconde. È un mostrarsi che avviene, come si diceva, attraverso la seduzione della pittura, alimentando così ancora l'ingovernabile moto generato dal "sé-durre", dove appunto non si sa se siamo noi ad esser portati verso l'opera dell'artista o viceversa, coinvolti dalla bellezza della raffigurazione pittorica che ci ripropone l'affasci-nante incertezza che l'arte sempre suggerisce, ed al cui dolcissimo inganno volentieri ci si abbandona da tempi antichissimi, se, come sappiamo, già in latino raffigurare si esprimeva con il verbo fingere. Se è vero che un autoritratto si compie attraverso l'uso dello specchio è allora per "riflessione" che se ne ottiene la fisionomia, ottenendo così un ulteriore ambiguità dell'immagine, che, si sa, lo specchio restituisce in maniera reciproca e dunque non nella forma in cui ci vedono gli altri. Ma riflettere non significa solo invertire l'immagine, ma anche esercitare il pensiero su di sé, esplorando le nostre profondità ed esercitando così quelle feconde speculazioni sulla nostra persona, scoprendo che speculare ha la sua origine etimologica nel latino speculum, che significa appunto specchio, proprio quello stesso strumento che usa l'artista per compiere il proprio autoritratto. (...)

 

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