CONSADORI
Le stagioni del paesaggio
Dal 15 maggio all'8 giugno 2003
Inaugurazione
giovedì 15 maggio alle h 18
'(...) E',
Consadori, figlio della transizione grande del secolo, quella che stempera i sentori del
nuovo al vaglio di un'idea della tradizione che non è amore acritico per il passato,
bensì per la nitida identità storica della pittura. Senti, nella sua pittura prima, la
lezione - etica prima di tutto - dei Carrà e dei Sironi, un vigore strutturante e un
sospetto per il sensibilismo attraverso i quali ripensa i modelli ottocenteschi, e l'idea
stessa del vero di visione come esperienza esemplare. Di quella transizione, egli non
assume il versante più teoricistico, bensì quello strettamente operativo. Ama non
mediare il processo pittorico secondo clausole di un "dover essere" che si
giustifichi, e piuttosto affrontarlo come una sorta di fluente e ricca esperienza emotiva,
la cui onestà e sorgività sia ordinata, ma non subordinata, al controllo della
padronanza tecnica e intellettuale. Consadori è consapevole, d'altronde, del proprio
talento, ma altrettanto della necessità di non asservirsi ad esso, proprio per
quell'etica della pittura che, assai più che lo stile, deriva dalla lezione dei maggiori
del secolo. Da queste radici si sviluppa, nei primi decenni del dopoguerra, una pittura di
paesaggio - ma intercalata a opere di tutt'altra impostazione tematica, come il bellissimo
La lettura, 1958, dalle sapide tonalità - nella quale si avverte, primaria, la
responsabilità della struttura grafica, di una primazia dell'orizzonte scandita da
verticali precise e forti, tesa da sensuose falcate curvilinee. Su questa impostazione,
solida e resa essenziale, l'artista avvia la sua partita più complessa, con un colore che
non strepita le proprie bellezze ma le fa crescere lente, come per interna lievitazione, a
partire da dominanti sobrie e corpose, di verde, di terra, di celeste; un colore fatto di
toni che alla prima, magari, appaiano inameni, ritrosi talvolta, ma nei loro rapporti
abbassati si aprano a luminosità splendenti, alte e lontane: com'è in Mazzorbo, o in
Pace a Torcello, entrambi di un formidabile 1960, dai silenzi lucenti.(...)
Dalla presentazione di
Dalla presentazione di Flaminio Gualdoni |
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in copertina:
Silvio Consadori
Burano, Rio di Cavanella
con il caigo, 1974
olio su tela cm 70x50
GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura:
10-12.30
/ 15.30-19
Chiusura: domenica mattina e
lunedì
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