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in copertina:
Enzo Morelli
Autostrada (particolare),
1960 - olio su tela cm 85x95 |
GALLERIA PONTE
ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura: 10-12.30 / 15.30-19
Chiusura: domenica mattina e lunedì
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Maestri
a Brera
BARTOLINI DE AMICIS
MORELLI
Dal 13
gennaio al 6 febbraio 2011
Inaugurazione
giovedì 13 gennaio alle h 18
La Galleria Ponte Rosso
presenta, in contemporanea, tre importanti artisti italiani del
novecento che hanno dedicato numerosi anni all’insegnamento dell’arte
presso l’Accademia o al Liceo Artistico di Brera.
Scrive Stefano Crespi nella presentazione alla mostra:
In una nuova occasione espositiva viene
dedicato un terzo ciclo ai Maestri a Brera (nei nomi oggi di
Bartolini, De Amicis, Morelli). Proviamo una rinnovata suggestione per
l'immagine pittorica di questi artisti, dove ritroviamo la memoria, il
vissuto, l'emozione, l'orizzonte struggente dell'esistenza. La
Galleria Ponte Rosso, nell'aura così milanese di via Brera, lungo gli
anni, ha segnato una significativa continuità, anche con rare
edizioni d'arte. Da questo spazio risalgono esperienze, tratti
tematici, espressivi capaci di dialogare con la nostra interiorità.
Ugo Vittore Bartolini è nato a Firenze dove ha compiuto gli
studi; nel 1934 è venuto a Milano (per aver ottenuto la cattedra al
Liceo Artistico dell'Accademia di Brera). Alla Ponte Rosso sarà la
sua ultima mostra personale nel 1974 (l'anno prima della sua
scomparsa). L'origine fiorentina, variamente sottolineata dalla
critica, rimane nella poetica di Bartolini: il senso della tradizione,
l'armonia, la concezione del quadro non come istante, ma come durata.
Accanto a questa lucidità formale, i temi pittorici (interni, figure
femminili, paesaggi, nature morte) si aprono al colore, a un'intima
fascinosità, a una segreta percezione di elegia. Rimangono per
esempio suggestivi i nudi femminili in un interno: in questi nudi pare
di ritrovare l'onda affliggente del tempo, ma anche una lieve
ossessione, una lontana memoria di mito, di mistero. Le stesse nature
morte si aprono al colore, a volte a un bianco indicibile o a musiche
perdute degli strumenti musicali.

Cristoforo De Amicis è un artista che sempre più prende
emotivamente sul piano umano e sul piano dell'espressione. In una
preziosa testimonianza, il figlio Piero suggerisce il ritratto
interiore e intellettuale di De Amicis: la riservatezza, l'austerità,
la cultura europea testimoniata da numerose pubblicazioni, l'apertura
all'architettura. Nelle ragioni di questa complessità De Amicis
giunge a una dimensione artistica, dove si coniugano forma e tono,
volume e colore, exactitude e intensité. Possiamo ritrovare nei suoi
quadri una rigorosa circolarità: gli autoritratti (pubblicati alcuni
nella monografia della Ponte Rosso, nel 1970, con introduzione di
Raffaele De Grada), le figure, i paesaggi, le nature morte. Temi che
hanno, da una parte quasi una scansione architettonica (nei paesaggi)
e dall'altra un fondo ancestrale (nelle figure). È la posizione di De
Amicis (tra cultura e poetica) che arriva a una coscienza del
linguaggio. È possibile per esempio la natura morta dopo il senso
della fine, la metafisica polvere di Morandi? Per De Amicis la natura
morta diviene un atto compositivo, linguistico (tra il fondo del
colore, una caraffa, una conchiglia, un vaso e ancora un bagliore dei
fiori).
Enzo Morelli è nato a Bagnacavallo, ha avuto alcuni anni di
soggiorno ad Assisi, ha insegnato a Milano all'Accademia di Brera. Con
Vellani Marchi, Bacchelli, Orio Vergani è tra i fondatori del
Cenacolo milanese Bagutta. Proprio per una situazione di incontro tra
pittura e giornalismo, Morelli è un pittore molto colto tra acuta
sensibilità e una compresenza varia di temi. Ritroviamo i luoghi del
suo percorso biografico da un primordio a un lieve spostamento di
incontro metafisico. Un quadro in questa mostra,
"Autostrada" può essere la metafora del suo viaggio
artistico ricco di occasioni e di fascino. Suggestivi in Morelli anche
i disegni, gli acquarelli: il nudo femminile si declina in un gesto,
in una leggera sospensione, in una bellezza evanescente.
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