GIUSEPPE
NOVELLO
e il cenacolo di Bagutta
Dal 4
dicembre 2008 all'11 gennaio 2009
Inaugurazione
giovedì 4 dicembre alle h 18
Giovedì 4 dicembre 2008 ore 18, alla Galleria
Ponte Rosso (via Brera 2, Milano) si inaugura la mostra: GIUSEPPE
NOVELLO e il cenacolo di Bagutta. In mostra quindici dipinti di
Giuseppe Novello (1897 - 1988) e una selezione di disegni umoristici.
Ai lavori di Novello sono affiancati i dipinti di altri tredici
artisti: Barbieri, Bucci, Carpi, Consadori, Monti, Morelli,
Palazzi, Salietti, Semeghini, Steffenini, Tallone, Vellani Marchi,
Vernizzi, accomunati dall'appartenenza allo storico cenacolo di
artisti e letterati che aveva il suo luogo di ritrovo all'osteria
"Bagutta", sede dell'omonimo premio letterario.
Scrive Elena Pontiggia nella presentazione in
catalogo:
Un artista come Giuseppe Novello è ancora in gran
parte da riscoprire. Diciamo meglio: a Novello non è mancata la
testimonianza di scrittori e poeti, da Orio Vergani ad Arpino, da
Carrieri a Guareschi a Bevilacqua, e nemmeno il sostegno di una
piccola ma autorevole parte della critica. Tuttavia il suo nome è
circondato più dall'affetto di alcuni appassionati che da una
conoscenza collettiva e le maglie dei repertori anche specialistici
sono spesso troppo strette per accoglierlo. Il fatto è che la sua
pittura (parliamo di quella più definita, che si delinea intorno agli
anni trenta, dopo una stagione giovanile in cui realizza opere severe
nei colori e massicce nelle forme, in sintonia col movimento
sarfattiano: opere come Giovane donna del 1924, con cui si apre questa
mostra); la sua pittura, dunque, ha sempre rivelato una vocazione
narrativa, attenta ai particolari eloquenti, agli indizi rivelatori,
ai dettagli apparentemente marginali e in realtà decisivi per
comprendere una situazione, una vicenda, un ambiente. Purtroppo nel
ventesimo secolo la narrazione è stata considerata un vizio
d'origine, forse perché il Novecento voleva contrapporsi
all'Ottocento: l'epoca dei grandi romanzi, della musica che diventa
melodramma, della pittura dai titoli chilometrici. Secolo della
rapidità e della fretta, il Novecento non aveva tempo per i
particolari e i suoi critici erano pronti ad accusare di letteratura
qualsiasi soggetto che volesse, appunto, raccontare qualcosa. Novello,
per la verità, peccati di letteratura non ne ha mai commessi, se con
questo termine si intende una certa prosopopea filosofica, o un
accumulo di significati simbolici e concettuali. La sua narrazione
nasce, più che altro, da un'emozione visiva che però, filtrata
attraverso la sua sensibilità, vorremmo dire, di scrittore, trasforma
la visione delle cose nella scena di un piccolo teatro.(...)
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