Ponte Rosso Galleria Virtuale

 

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 in copertina:

   Giuseppe Novello

    Conversazione, 1982
    olio su tela cm 118x90 (part.)

 

GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel./Fax 02/86461053
E-mail:ponterosso@ponterosso.com
Corrispondenza: via Monte di Pietà 1/A
Orario di apertura: 10-12.30  /  15.30-19
Chiusura: domenica mattina e lunedì

 

 

 

GIUSEPPE NOVELLO
e il cenacolo di Bagutta


Dal 4 dicembre 2008 all'11 gennaio 2009

Inaugurazione giovedì 4 dicembre alle h 18


Giovedì 4 dicembre 2008 ore 18, alla Galleria Ponte Rosso (via Brera 2, Milano) si inaugura la mostra: GIUSEPPE NOVELLO e il cenacolo di Bagutta. In mostra quindici dipinti di Giuseppe Novello (1897 - 1988) e una selezione di disegni umoristici. Ai lavori di Novello sono affiancati i dipinti di altri tredici artisti: Barbieri, Bucci, Carpi, Consadori, Monti, Morelli, Palazzi, Salietti, Semeghini, Steffenini, Tallone, Vellani Marchi, Vernizzi, accomunati dall'appartenenza allo storico cenacolo di artisti e letterati che aveva il suo luogo di ritrovo all'osteria "Bagutta", sede dell'omonimo premio letterario.

Scrive Elena Pontiggia nella presentazione in catalogo:

Un artista come Giuseppe Novello è ancora in gran parte da riscoprire. Diciamo meglio: a Novello non è mancata la testimonianza di scrittori e poeti, da Orio Vergani ad Arpino, da Carrieri a Guareschi a Bevilacqua, e nemmeno il sostegno di una piccola ma autorevole parte della critica. Tuttavia il suo nome è circondato più dall'affetto di alcuni appassionati che da una conoscenza collettiva e le maglie dei repertori anche specialistici sono spesso troppo strette per accoglierlo. Il fatto è che la sua pittura (parliamo di quella più definita, che si delinea intorno agli anni trenta, dopo una stagione giovanile in cui realizza opere severe nei colori e massicce nelle forme, in sintonia col movimento sarfattiano: opere come Giovane donna del 1924, con cui si apre questa mostra); la sua pittura, dunque, ha sempre rivelato una vocazione narrativa, attenta ai particolari eloquenti, agli indizi rivelatori, ai dettagli apparentemente marginali e in realtà decisivi per comprendere una situazione, una vicenda, un ambiente. Purtroppo nel ventesimo secolo la narrazione è stata considerata un vizio d'origine, forse perché il Novecento voleva contrapporsi all'Ottocento: l'epoca dei grandi romanzi, della musica che diventa melodramma, della pittura dai titoli chilometrici. Secolo della rapidità e della fretta, il Novecento non aveva tempo per i particolari e i suoi critici erano pronti ad accusare di letteratura qualsiasi soggetto che volesse, appunto, raccontare qualcosa. Novello, per la verità, peccati di letteratura non ne ha mai commessi, se con questo termine si intende una certa prosopopea filosofica, o un accumulo di significati simbolici e concettuali. La sua narrazione nasce, più che altro, da un'emozione visiva che però, filtrata attraverso la sua sensibilità, vorremmo dire, di scrittore, trasforma la visione delle cose nella scena di un piccolo teatro.(...)                                                                                               




 


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