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FELICITA
FRAI , 1909
Praga
1909 - Milano 2010
Autobiografia
Sono nata a Praga il 20 ottobre
1909, sotto Francesco Giuseppe, Imperatore d'Austria, in un'epoca di grande
confluenza di culture. Poiché all'inizio non ero consapevole di chi fossi,
fingo di essere nata nel 1936 in Italia.
Volevo disegnare, dipingere,
inventare immagini: era il momento dell'arte monumentale e io volevo
imparare l'affresco, il mosaico, lo stucco lucido e altre tecniche. Achille
Funi stava affrescando la Sala della Consulta a Ferrara e diventai sua
allieva. Imparare a fare ciò che sognavo fu per me fonte inesauribile di
felicità e energia e nel contempo di serenità. Nel 1937 realizzai un
pavimento di mosaico e una parete affrescata a Trieste. I soggetti erano
pesci, sirene, cavalli marini, giocolieri. Italo Balbo invitò molti artisti
a Tripoli dove creai un grande mosaico per l'albergo Uaddam e collaborai con
Funi agli affreschi della Chiesa di San Francesco Nuovo.
Stabilitami a
Milano incontrai di colpo le reali difficoltà: nessuno comperava le opere
di una donna pittrice. Bisognava inventare qualcosa per sopravvivere senza
rinunciare a dipingere alla mia maniera. Trovare nella realtà professionale
posto per ciò che avevo sognato fu una vera affermazione di vita. Seguirono
cinque anni di lavoro di decorazione con varie tecniche per i saloni dei
grandi transatlantici. Cantieri navali a Genova, sotto le tempeste, le
correnti gelide oppure, in agosto, sotto una vetrata rovente. Infine il
destino dell'Andrea Doria, per noi artisti un grande lavoro e un doloroso
ricordo.
Dai miei dipinti inventati ho trovato la chiave per interpretare la
realtà nei ritratti. I committenti erano aristocratici, industriali,
intellettuali, medici, anche qualche persona ambiziosa. Una mia opera si
trova nell'antica quadreria dell'Ospedale Maggiore di Milano. Di ritratti ne
ho fatti più di cento. Rinunciai ad una così affermata capacità, una
decisione quasi eroica, non volevo appartenere per sempre alla categoria dei
ritrattisti.
All'età di quasi cento anni devo tutto il senso della mia vita
nell'arte ad un unico motivo realizzato con l'olio, la tempera,
l'acquarello, la grafica e con tutti i modi di esprimersi dipingendo:
l'immagine femminile in infinite variazioni.
Piccola antologia critica
LEONIDA
REPACI 1942 "Stile"
Sono certo che si parlerà molto di questa
pittrice, in cui la gentilezza non esclude la forza e il sottinteso
culturale la spontaneità.
GIORGIO DE CHIRICO 1943
Presentazione cartella di litografie,
Stamperia d'Arte Piero Fornasetti - Milano
... è attirata verso la difficoltà. Quello che le interessa e
l'appassiona soprattutto è la difficoltà di fare bene ...
ORIO VERGANI 1957 "Corriere
d'Informazione"
Essa crede nell'elemento narrativo delle sue opere, il cui racconto si
svolge con sottili ricerche e valori quasi musicali di composizione.
RAFFAELE CARRIERI 1963
Felicita Frai,
Ed. Alfieri e Lacroix, Milano
Ricordo, nello studio di De Chirico, Felicita e Giorgio simili a due
alchimisti, il maestro e l'allieva, far bollire nei pentolini strani
intrugli.
DINO BUZZATI 1964
Prefazione al catalogo della mostra alla Galleria Gian Ferrari, Milano
Singolari creature...educande o diavolesse? E' difficile dire.
LEONARDO BORGESE 1964 "Corriere della
Sera"
La bibliografia di Felicita Frai sta crescendo, così come cresce, senza
dubbio, il valore della sua pittura.
POMPEO BORRA 1971
in Felicita Frai "Lettera a Trieste, ovvero io allo specchio",
Edizioni Torbandena, Trieste
Solo con la tua passione e la tua tenacia, dotata di qualità pittoriche
naturali, ti sei,fatta una personalità. Oggi la tua pittura, pur essendo
liberatrice del nostro mondo, ha tutte quelle qualità che la pongono al
di sopra di ogni qualità.
GIANNI DOVA 1971
in Felicita Frai "Lettera a Trieste ovvero io allo specchio",
Edizioni Torbandena, Trieste
La tua pittura ti somiglia e poiché tu sei un personaggio con tutti i
dubbi e gli entusiasmi dei contemporanei, ritengo che quanto fai sia
attuale e contemporaneo. Vedo anche un continuo desiderio di rinnovamento.
I tuoi quadri diventano sempre più luminosi, evocanti, trovi nuove
assonanze: dunque ti sento viva e presente.
CESARE ZAVATTINI 1965
in Felicita Frai Silvana Editoriale d'Arte, Milano
Nel tuo harem passerei volentieri il resto della mia vita, tra queste
signore che alternano nei loro discorsi l'emancipazione e le dolci pose
dell'amore poi vanno a letto curando anche nei gesti minimi, i piaceri
tonali di un secolo di gusto ...
EUGENIO MONTALE 1973
in Felicita Frai Silvana Editoriale d'Arte, Milano
Pittrice nata ella ha acquisito il dono di fare del colore una sostanza,
non un accidente. Come sono fatti i suoi quadri? Penso soprattutto a certe
piccole composizioni dove misteriose meduse stanno conversando in una
strana atmosfera che è piuttosto smalto che aria.
ENZO BIAGI 1984
Ascoltando Felicita Mastrogiacomo Edizioni, Padova
La pittura è la sua vera passione. E' un piacere guardare le sue tele che
sembrano specchiare un lontanissimo paradiso, popolato da creature
estatiche e di corolle incredibili, ed è una gioia ascoltarla. Perché si
racconta senza finzione.
ROSSANA BOSSAGLIA 1997
introduzione al libro di Felicita Frai Mi racconto un po' da me
All'insegna del Pesce d'Oro, Scheiwiller, Milano
La sua vena fiorita, le sue immagini femminili di quasi surreale
gentilezza, recano in ogni caso la sua impronta inconfondibile, cioè sono
il suo linguaggio, testimone della sua specifica fantasia.
GIULIA BORGESE 2007 "Corriere della
Sera"
E' nel suo studio in fondo al cortile di via Cesare da Sesto, che
una volta era una scuderia, dipinto di rosa come erano le case della Praga
austroungarica.
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